Per Mariano Pietrini, la creazione artistica era un viaggio che iniziava con gli schizzi e le parole. Ogni tratto, ogni parola era il primo passo nell’elaborazione del suo pensiero, un rituale magico che precedeva la magia della pittura, della scultura o della poesia.
Gli schizzi, realizzati su piccoli blocchetti di carta, erano la sua tela iniziale, un luogo in cui “fotografava” sensazioni e suggestioni. Questi schizzi erano il linguaggio primordiale della sua creatività, una forma di dialogo con il suo mondo interiore.
Le parole, scritte su quegli stessi fogli, si trasformavano in poesia. Ogni parola era una pennellata sulla tela della sua mente, una forma di espressione che precedeva il colore e la forma tangibile.
Da questi primi passi nasceva poi la pittura, la scultura, o la poesia, come fiori che sbocciano da un terreno fertile. Mariano Pietrini credeva che gli schizzi e le parole fossero il ponte tra il suo pensiero profondo e la manifestazione fisica delle sue idee.
Così, ogni opera d’arte che ha creato – dalle tridimensionali sculture alle vibranti tele dipinte, dalle poesie cariche d’emozione alle parole che danzavano sulla carta – era un riflesso del suo mondo interiore, plasmato con maestria e amore. In questo modo, Pietrini ci insegna che ogni tratto, ogni parola, è un viaggio verso la creazione, un passo verso l’immortalità dell’arte.